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Nuova vita, chiamiamola così

Ce l’ho fatta. Mi sono rimessa in piedi. Più o meno, senza inciampare troppo.
Dopo un periodaccio nero, dopo il lutto , che non è sparito, no, è lì, come una presenza silenziosa che si fa sentire quando cala il rumore, ho deciso di iniziare una nuova vita.

Nuovi obiettivi. Nuove abitudini. Nuova Arianna.
Tipo: svegliarmi presto, mangiare sano, meditare, non bere alcolici… insomma, un programma ambizioso. Quasi mistico.

Spoiler: il primo giorno mi sono svegliata alle 6:30.
Del pomeriggio.
Presto… rispetto al giorno prima.

Colazione proteica: caffè e biscotti. Contengono proteine, tecnicamente. In minima parte ma sempre di proteine parliamo.
Ho meditato per due interi minuti. Un trionfo di pace interiore.
Ho prenotato una lezione di yoga. Forse mi iscrivo anche in palestra
Mi sono guardata allo specchio e ho esclamato: “Ok, nuova vita, nuova me!”
La nuova me, nel frattempo, ha mangiato mezzo pacco (confezione famiglia) di wafer e non è riuscita nemmeno a farsi una doccia.

La nuova vita, però, richiede nuove abitudini:
bere due litri d’acqua, leggere un libro al mese, uscire di casa, possibilmente con un volto almeno vagamente umano.
Potrebbe funzionare no?
Sono ottimista.
Per circa 48 ore.
Poi magari torno a guardare reality trash mentre ceno sul divano con un biscotto come segnalibro.

Oggi, ad esempio, mi sono dimenticata di meditare. Ho saltato la palestra.
Ho ordinato patatine con extra maionese.

Ma ho riso e sono uscita di casa (alla fine la doccia l'ho fatta)

E forse è questo che conta.
La mia nuova vita non sarà lineare, né sempre luminosa.
Ma proverò a riderci sopra, ad abbracciare le giornate fatte di buone intenzioni, calici di vino, boccali di birra e qualche biscotto (non integrale)

Si può sempre ricominciare.
Anche oggi.
Anche domani.
Anche se disdici l’abbonamento in palestra.(Cosa che farò domani)