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ɴᴇᴏɴ ʟɪɢʜᴛ

Le luci al neon mi hanno sempre dato la sensazione di vivere in un mondo che non dovrebbe esistere.
Viola, blu, rosso… lampeggiano come se volessero ricordarmi chi ero, chi sono,
e chi continuo a fingere di non essere.
Il neon non illumina — denuncia.
Mostra ciò che la strada cerca di nascondere, ciò che la notte inghiotte,
ciò che pensavo di aver lasciato indietro… o che solo speravo.

Nella vita criminale, il bagliore non viene mai dall’alto.
Viene dalle insegne dei bar mezze rotte, dai vicoli bagnati,
dalle vetrine che riflettono la mia ombra carica di più segreti
di quanti ne potrebbe sopportare un confessionale.
Nessuno capisce cosa significhi guidare alle tre del mattino
sentendo il volante tremare insieme al cuore,
mentre la città respira pesante,
piena di tentazioni, debiti e patti infranti.

Le luci al neon sono sirene mute —
ti chiamano, ti seducono, ti incatenano.
A ogni sfarfallio ti chiedono se tornerai
a ciò che conosci
o se avrai finalmente il coraggio di abbandonare
ciò che ti ha modellato.

E io?
Io cammino tra loro come chi percorre un confine troppo sottile per essere sicuro.
Metà del mio corpo appartiene ancora all’oscurità fredda dei vicoli,
e l’altra metà cerca la scia luminosa che mi riporta a casa,
tra le braccia che mi ricordano che posso ancora essere
più di un fantasma armato.

Le luci al neon non sono mai state belle.
Ma sono sincere.
E nella vita del crimine, la sincerità è una rarità preziosa quanto la pace —
quella che sto ancora imparando a meritare.



𝐩𝐨𝐰𝐞𝐫𝐞𝐝 𝐛𝐲 𝐄𝐥𝐢𝐭𝐞 𝐌𝐨𝐝𝐞𝐥𝐢𝐧𝐠 𝐀𝐠𝐞𝐧𝐜𝐲.